Selezionati sei laureandi su materie trasversali per individuare soluzioni inedite a problemi rilevanti per i business SACMI. Obiettivo, mettere a fattor comune i risultati e trovare concreta applicazione in azienda. Dopo il kick off ad ottobre, il progetto si conclude a marzo 2024. E per SACMI si aprono le porte del CERN di Ginevra
Quando l’innovazione è trasversale ai settori, ai business, alle competenze, si chiama «open innovation». Con la partecipazione al progetto OPER.CBI – Challenge Based Innovation di Almacube, l’incubatore e hub innovativo dell’Università di Bologna e di Confindustria Emilia Area Centro, SACMI sviluppa sul campo un’esperienza inedita per dare corpo e sostanza al concetto di “innovazione aperta”.
Nel progetto sono coinvolti un ingegnere, un filosofo, un designer, un esperto di gestione e amministrazione d’impresa, uno di relazioni internazionali. Sei studenti al quarto anno dei rispettivi percorsi di laurea magistrale, selezionati da Alma Cube e messi alla prova su argomenti assegnati da SACMI.
«La novità di questa impostazione – spiega Fiorenzo Parrinello, Direttore Innovation Corporate SACMI – è l’approccio per definizione trasversale e interdisciplinare. Non cerchiamo solo risposte specifiche ad un problema specifico ma una tecnologia abilitante, sul piano sia tecnico sia organizzativo, che possa trovare applicazione in business differenti».
SACMI fa tante tante cose diverse. Una tematica comune – “il problema che abbiamo assegnato ai nostri ragazzi”, racconta Parrinello – è ad esempio lo stampaggio/formatura delle polveri. “Lo scopo è affrontare il tema sia dal punto di vista tecnico sia organizzativo con applicabilità, nel nostro caso, a diverse Business Unit, come Tiles, Advanced Materials, Rigid Packaging”.
L’approccio è trasversale ma non casuale: la problematica andrà infatti affrontata attraverso una specifica metodologia di open innovation messa a punto da OPER.CBI; e i risultati condivisi attraverso vari step e tavoli di lavoro, previsti con cadenza settimanale in SACMI tra gli studenti e i team responsabili dei diversi progetti/business. “L’obiettivo è mettere a fattor comune le risposte e renderle fruibili per tutti”, osserva il Direttore Innovation Corporate di SACMI.
A che punto siamo? Avviato ad ottobre, il progetto proseguirà per quattro mesi, con la “finale milestone” in agenda il 21 febbraio. Ma non è tutto. Con la partecipazione a OPER.CBI si aprono per SACMI le porte del CERN. Già a dicembre gli studenti partecipanti sono stati inviati a Ginevra – dove si trova il famoso tunnel LHC per i test di collisione tra le particelle subatomiche – per la prima “collision week”, incontri con scienziati di “Idea Square”, lezioni e momenti di co-design. Una seconda “collision week” al CERN è prevista a gennaio.
Ad entrambe le occasioni, al seguito dei ragazzi, partecipa il personale SACMI coinvolto nel progetto. Tra le potenziali prospettive, l’approfondimento, nel tempio europeo della fisica delle particelle, dei nuovi tool di intelligenza artificiale per “leggere” gli strumenti che potrebbero offrire, conclude Fiorenzo Parrinello, “vantaggi immediati e tangibili”.
Per i ragazzi partecipanti – tutti fortemente motivati, il percorso è infatti extracurricolare e l’adesione volontaria – un’occasione preziosa per conoscere da vicino il mondo dell’industria e dell’innovazione collaborativa che SACMI realizza con le principali istituzioni nazionali e internazionali (tra questi gli oltre 100 progetti all’attivo tra SACMI e le più prestigiose Università, enti di ricerca italiani ed esteri). L’iniziativa OPER.CBI è trasversale anche al mondo accademico. Spin-off dell’Unibo, Almacube ha selezionato gli studenti tra gli atenei di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia.